mercoledì 27 giugno 2007

Illusioni di Richard Bach

I. Discese nel mondo un Maestro, nato nella terra santa dell'Indiana, cresciuto sulle mistiche alture a est di Fort Wayne.
II. Il Maestro imparò nelle scuole pubbliche dell'Indiana le cose di questo mondo, e poi, crescendo, il mestiere di meccanico riparatore di automobili.
III. Ma il Maestro possedeva cognizioni di altri paesi e di altre scuole, grazie ad altre vite da lui vissute.

Oggi voglio parlarvi di un libro che l'autore non voleva scrivere. Parlo di Illusioni di Richard Bach, libro che segue la scia letteraria del gabbiano Jonathan Livingston e che lo stesso autore si chiede cos'altro possa aggiungere ad un lavoro già così esaustivo sul suo pensiero.
La risposta è il silenzio, quel silenzio che costringe l'autore a mettere in parole e su carta l'idea che gli ronza per la testa dopo essere tornato a volare con il suo biplano nei campi del Midwest americano.
L'autore presenta un interrogativo sul misticismo, in principio non certamente originale, ma posto con una semplicità e con una capacità di mettersi in gioco come personaggio e non più solo come autore che diventa disarmante e affascinante.
Ponendo dunque una domanda fondamentale: e se il messia dei giorni nostri fosse riluttante a compiere il suo lavoro? Certamente anche lui sarebbe finito a pilotare un biplano nel midwest.
Un viaggio dalla noia all'illusione dove l'autore sembra quindi attirare magneticamente il lettore, creando un legame intimo e sostenendo la ragione che ha condotto il lettore a trovare questo libro, la stessa ragione che ha condotto voi a leggere fino a qui: Attiriamo nella nostra vita qualsiasi cosa si trovi nei pensieri.

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